We can't help but feel that something has been lost
Era da un po' di tempo che non ascoltavo Mellon Collie. Continua a colpirmi sempre qualcosa di questo disco. Sempre. Se non lo fa vuol dire che non lo sto veramente ascoltando, che non ne ho davvero bisogno.Un po' come quando una vecchia coppia si bacia come un gesto abitudinario. Non è sgradevole ma neanche così piacevole, così che qualunque cosa diventa un pretesto per interrompere e fare altro.
Mellon Collie aveva una sua naturale interruzione. Era la pausa che ci voleva per alzarsi dal letto sul quale avevi appena ascoltato "Take Me Down", togliere il primo cd, infilarlo nella custodia, prendere il secondo, chiudere il lettore (un lettore che faceva click e aveva la molla. La molla!) e sentire le prime note di Where boys fear to tread.
Era una pausa fondamentale quella, serviva per prendere il respiro. Per separare il giorno dalla notte. Le prime due canzoni di "FromTwilight to starlight" acquisivano in potenza, in forza, e le tre successive in poesia.
Questa volta Mellon Collie l'ho ascoltato in ufficio, e non era un ascolto casuale. Era un ascolto desiderato e necessario. Ma i due cd separati non esistono più da molto tempo, e ora Mellon Collie è un unico m3u senza pause e senza distinzioni, e non posso fare a meno di pensare ai ragazzi che lo ascoltano oggi per la prima volta. O che l'hanno ascoltato solo in mp3, senza avere idea di cosa fosse quella pausa.
Forse per loro non esiste neanche la differenza tra "From Dawn To Dusk" e "From Twilight to starlight".
E forse non è neanche così importante per apprezzare un disco, forse era solo un inutile gesto, in fondo generazioni di ragazzi hanno il ricordo della pausa tra il lato A e il lato B di ogni loro disco ascoltato prima dell'avvento dei CD. Ma io quella pausa non l'ho mai vissuta, e MCIS contiente l'unica pausa davvero importante del mio passato musicale. Quel gesto ha caratterizzato la mia giovinezza, e io ci sono affezionato almeno quanto alle meravigliose canzoni prima e dopo quella pausa.
Mellon Collie aveva una sua naturale interruzione. Era la pausa che ci voleva per alzarsi dal letto sul quale avevi appena ascoltato "Take Me Down", togliere il primo cd, infilarlo nella custodia, prendere il secondo, chiudere il lettore (un lettore che faceva click e aveva la molla. La molla!) e sentire le prime note di Where boys fear to tread.
Era una pausa fondamentale quella, serviva per prendere il respiro. Per separare il giorno dalla notte. Le prime due canzoni di "FromTwilight to starlight" acquisivano in potenza, in forza, e le tre successive in poesia.
Questa volta Mellon Collie l'ho ascoltato in ufficio, e non era un ascolto casuale. Era un ascolto desiderato e necessario. Ma i due cd separati non esistono più da molto tempo, e ora Mellon Collie è un unico m3u senza pause e senza distinzioni, e non posso fare a meno di pensare ai ragazzi che lo ascoltano oggi per la prima volta. O che l'hanno ascoltato solo in mp3, senza avere idea di cosa fosse quella pausa.
Forse per loro non esiste neanche la differenza tra "From Dawn To Dusk" e "From Twilight to starlight".
E forse non è neanche così importante per apprezzare un disco, forse era solo un inutile gesto, in fondo generazioni di ragazzi hanno il ricordo della pausa tra il lato A e il lato B di ogni loro disco ascoltato prima dell'avvento dei CD. Ma io quella pausa non l'ho mai vissuta, e MCIS contiente l'unica pausa davvero importante del mio passato musicale. Quel gesto ha caratterizzato la mia giovinezza, e io ci sono affezionato almeno quanto alle meravigliose canzoni prima e dopo quella pausa.
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